A me è dispiaciuto che nella lettura
evangelica di oggi i liturgisti abbiano tagliato i versetti 17-20... che
se Luca li ha scritti un motivo doveva averlo.
Con il taglio si è voluto legare l'annuncio di Giovanni di un battesimo
in Spirito santo e fuoco al battesimo di Gesù (almeno credo).
Invece i versetti tagliati chiudono con l'arresto l'evento del battista.
"mentre tutto il popolo era stato battezzato" è soltanto
una ripresa, "anche Gesù era stato battezzato" è
solamente un inciso... non che queste due frasi non abbiano importanza,
anzi è proprio l'inciso, in quanto tale, su Gesù che sottolinea
l'appartenenza di Gesù al popolo e la sua incarnazione in esso.
Dunque la pienezza (orientata al compimento sulla croce) dell'incarnazione
fa da substrato all'evento successivo (secondo me lontano temporaneamente
al battesimo deducibile dalla chiusura del v.20) della preghiera.
La preghiera di Gesù (obbediente per l'assunzione dell'umanità)
apre i cieli, fa discendere lo Spirito, comunica con il Padre.
Facciamo caso al parallelismo con Luca 11? La preghiera è un bussare
alla porta che si apre, comunica con il Padre che dona lo Spirito.
Dunque la preghiera, per la sua autenticità, chiede una obbedienza
incondizionata al progetto del Padre (con tutti i limiti dell'umano),
apre la porta del cielo e ci mette in comunicazione (comunione) con il
Padre, ci dispone ad accogliere il dono dello Spirito.
Forse spenderei anche una parola sulla "corporeità" dello
Spirito come ulteriore dono del Padre che si fa incontro alle nostre esigenze
più corporee che spirituali ( e per un Dio che ha scelto come itinerario
di salvezza per l'uomo l'Incarnazione non poteva che essere così)...
se Dio dà corpo allo Spirito, tanto più noi che siamo già
corporei dobbiamo dare corpo (storicità) al dono dello Spirito...
che è proprio tutto l'incontrario di spiritualizzare l'uomo e la
storia.
10.01.2004 |